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I silenzi della Laguna

Autore del libro fotografico “Venezia nell’acqua. Riflessi”, edizioni Biblos, Cittadella 2016. Uno sguardo nei canali di Venezia per scoprire una città diversa e quasi magica l’indissolubile rapporto tra barche, palazzi e persone visto attraverso il suo elemento più caratterizzante: l'acqua.

"Fotografare Venezia è facile perché per un fotografo ci sono mille opportunità, dalle persone, di tutte le razze, agli scorci di impareggiabile bellezza e suggestione. Ma fotografare Venezia è nello stesso tempo difficilissimo, soprattutto se si vuole creare qualcosa di originale. C’è sempre il rischio del già visto, della foto-cartolina o copiare altri fotografi. Per questo motivo da moltissimi anni, ogni volta che torno nella mia città ho sempre con me la mia Pentax, per scrutare l’acqua e vedere in essa la città, i palazzi, le barche, le persone. Le possibilità sono innumerevoli perché l’acqua è mutevole, raramente calma, più spesso mossa dalle onde o da un leggero venticello che crea quelle bellissime increspature, come fossero pennellate di un pittore impressionista."
"L’acqua rimane sempre un mistero, così trasparente ed incolore si tinge di tutti i colori della vita, ne ha quasi bisogno, come una donna –pur bella- deve truccarsi per apparirlo ancor più. È fonte di vita e di ispirazione artistica da sempre, esaltata specie dagli illuministi. Venezia rimane la città d’acqua per eccellenza, le altre le si possono rassomigliare un po’. Il turista resta affascinato da questa accoppiata, chi ci vive, invece, ha tempo periodicamente di coglierne i momenti giusti, la luce particolare, trasformare il binomio acqua-città in esaltanti immagini visive. 
È quello che ha realizzato  Roberto Carlon nei suoi anni veneziani,  riproducendo in questo testo pregiato gli angoli della sua città natale con i ponti, le calli, le case, le chiese, le persone nel vivere quotidiano riflettente nell’acqua dei canali. L’acqua increspata crea delle vibrazioni, calma sembra uno specchio (magico), tanto che vedere le immagini della città al “contrario”  toglie  il concetto del banale riflesso per dare una interpretazione artistica e personale della realtà."


Danilo Susi

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